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SBIANCAMENTO
IL COLORE

Il colore viene definito secondo le leggi ottiche della fisica mediante tre parametri:

 

TINTA (TONALITA')- E' ciò che noi comunemente chiamiamo "colore", appunto, ad esempio, la tinta rossa, la tinta blu ecc.

 

CROMA (SATURAZIONE)- Immaginiamo di riempire un bicchiere con dell'acqua e di aggiungere della tinta rossa, goccia a goccia. Il colore dell'acqua diventa sempre "più rosso", fino ad arrivare ad un punto in cui anche aggiungendo altro colore, esso resterà stabile. Si dice allora che il colore è "saturo".

 

VALORE (LUMINOSITA')- Sicuramente è il fattore più visibile quando osserviamo un oggetto. Piccole differenze di tinta o di croma sono meno visibili di una differenza di valore.

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Per approfondire questo argomento, rimandiamo ad un link sul Sistema di Munsell

IL COLORE DEL DENTE

Dire che i denti sono bianchi è dire qualcosa di generico, che tutti sanno essere piuttosto impreciso. Esistono varie gradazioni di "bianco" in natura, ed in effetti, ciò che noi consideriamo come il colore del dente è in realtà qualcosa di molto complesso.

 

Il colore bianco del dente è il risultato della sovrapposizione di più strati:

 

SMALTO- Questa parte del dente contiene pochissimo colore, nel senso che se osserviamo un frammento di smalto in controluce, questo ha un aspetto di vetro smerigliato, quasi privo di caratteristiche colorate. E' importante sottolineare che lo smalto è per il 95% costituito da un cristallo di calcio e contiene pochissima sostanza organica.

 

DENTINA- E' lo strato sottostante lo smalto (vedi anatomia del dente) ed è quello che in effetti contiene il colore. Essendo costituito in larga parte da sostanza organica di natura proteica, ha caratteristiche molto diverse dallo smalto: in particolare, con l'avanzare dell'età, la dentina tende ad acquisire pigmento e a diventare più scura.

 

Scala Colori: In odontoiatria, il colore viene rilevato confrontando direttamente il dente con una scala colore costituita da dei denti campione. Ne sistono moltissime, ma la scala più usata (anche se non necessariamente la migliore) è la cosiddetta "Vita Classic", che è un sistema basato sulla rilevanza statistica dei campioni nella popolazione caucasica.

Nello sbiancamento, la rilevazione precisa del colore iniziale è fondamentale per capire se quel dato dente potrà sbiancare o meno.

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Sbiancatura 00 - Situazione iniziale.jpg
SBIANCAMENTO

Lo sbiancamento del dente può essere fatto a vari livelli.

 

DENTIFRICI E PASTE ABRASIVE- Molti di questi prodotti sono di uso comune ed acquistabili liberamente in farmacia. Si basano sul fatto che contengono degli abrasivi. L'effetto dell'abrasione è quello di irruvidire la superficie dello smalto, rendendola più in grado di riflettere la luce: in questo modo, il "valore" (vedi) o luminosità del dente aumenta drammaticamente, ma l'effetto è temporaneo, perchè graffiare lo smalto, lo rende anche maggiormente sporcabile dalle pigmentazioni provenienti dalla dieta (caffè, the, certe verdure, fumo etc.)

Il paziente sarà quindi costretto a usare una quantità sempre maggiore di queste paste per sbiancare nuovamente e rimuovere i pigmenti superficiali, continuando a rovinare lo smalto.

Va osservato infine che comunque, questo sistema non risolve il nodo centrale: abbiamo detto che il colore del dente è dato principalmente dalle proteine della dentina, perciò è la dentina che dovrebbe essere sbiancata, non lo smalto.

 

PEROSSIDI- Sono sostanze che rilasciano ossigeno libero. L'ossigeno ha la proprietà di denaturare parzialmente le proteine di pigmento, col risultato di renderle di colore più chiaro. Naturalmente, siccome sono le proteine interne della dentina che danno il colore al dente, bisogna che il perossido possa raggiungere questo strato. Nei due seguenti titoli, viene descritto come.

 

ATTENZIONE !! Bisogna assolutamente ricordare ai pazienti due importanti fattori:

a) Denti che già in partenza sono molto bianchi, sbiancheranno molto poco

b) Alcuni denti, per loro natura e composizione tendono a sbiancare di meno

c) Protesi fisse ed otturazioni NON sbiancano affatto!

SBIANCAMENTO ENDODONTICO

Il dente devitalizzato risulta spesso di colore più scuro rispetto ai denti vitali. Questo accade per la degenerazione delle proteine interne alla struttura dentinale che acquisiscono pigmentazione. Essendo il dente "morto", il dentista ha una occasione unica per poterlo sbiancare: l'accesso all'interno di esso, attraverso la camera pulpare, cioè lo spazio che era occupato dalla polpa.

Potendo "vedere" la dentina dal suo interno, è possibile operare inserendo direttamente in camera le sostanze (perossidi) che operano lo sbiancamento.

Questo metodo è massimamente efficace e relativamente rapido. Esistono prodotti professionali (non reperibili in commercio) che possono essere posizionati nella camera pulpare perché esercitino la loro attività.

 

Il dente va assolutamente isolato con la diga per proteggere i tessuti molli (gengiva) dalle fuoriuscite di sostanza, ed inoltre il dentista deve sistemare alla base della camera un'otturazione che la separi e la sigilli  in modo assolutamente sicuro dall'imbocco dei canali: il rischio è la infiltrazione della sostanza verso l'apice con un possibile riassorbimento della radice.

 

Allo scopo di accelerare la reazione chimica, il perossido può essere attivato con una fonte di calore o una luce ultravioletta apposita, a dente aperto durante una seduta dentistica specifica.

Va detto tuttavia, che la presenza di fonti di calore o luminose, influenza solo la velocità della sbiancatura, non la sua efficacia, e non è essenziale per la riuscita.

Alcuni protocolli prevedono semplicemente delle brevi sedute dal dentista per lavare la camera pulpare e cambiare lo sbiancante: in questo modo, con un numero di sedute che va da 4 a 10, e nel giro di 1 - 4 settimane, si può ottenere il risultato.

Sbiancatura 13 - Prima e Dopo.jpg
SBIANCAMENTO ESTERNO

Quando i denti sono vitali e non presentano la possibilità di accedere dall'interno alla camera pulpare, è pur sempre possibile sbiancarli dall'esterno.

Le sostanze usate (perossidi) filtrano attraverso lo smalto: in effetti percorrono i sottilissimi interstizi presenti tra i cristalli dello smalto e che sono costituiti da una matrice di proteine. Attraverso questo "canale", arrivano alla dentina, dove liberando ossigeno esercitano la loro azione sbiancante.

 

Praticamente, il sistema più usato è quello alla poltrona, dove la sostanza sbiancante (gel perossido) viene appoggiata sullo smalto dei denti, dopo aver protetto le gengive con apposita barriera. Una speciale lampada UV attiva la sostanza liberandone il potere sbiancante. E' possibile eseguire due tipi di sbiancatura in studio:

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a) Sbiancamento breve o "test" - Di solito applicata negli ultimi 15 minuti di una normale seduta di igiene, applicando un gel a concentrazione bassa. Con una spesa ridotta per il paziente, si possono trarre indicazioni utili per capire se quella dentatura ha una buona capacità di sbiancare o meno. In base all'effetto, si può decidere di passare ad uno sbiancamento completo.

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b) Sbiancamento completo - Usa la stessa procedura di quella test, solo che si usa un kit di gel sbiancante ad alta concentrazione per un tempo più prolungato (circa 45 minuti). L'effetto è ovviamente maggiore rispetto alla seduta breve e si applica quando si è ragionevolmente sicuri che la dentatura dia una buona risposta.

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c) In alternativa, esiste la possibilità di praticare uno sbiancamento "domiciliare", dove al paziente viene consegnato un kit che comprende una sorta di vaschettina o mascherina da applicare sui denti e che conterrà il gel, oltre ai tubetti della sostanza stessa. Non agendo sotto attivazione UV, la sostanza agisce in modo più lento e soprattutto non sotto il controllo diretto dell'odontoiatra, tuttavia, essendo praticato per periodi più lunghi e con sostanze più nuove, i risultati sono molto soddisfacenti.

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Naturalmente, la sostanza chimica non è "intelligente", per cui esercita la sua azione anche sulla matrice proteica dello smalto: il risultato è una denaturazione parziale anche di quest'ultima, con un certo aumento della sensibilità del dente alla temperatura e, secondo alcuni studi, anche della permeabilità alla carie, anche se i moderni prodotti tamponati offrono sufficienti garanzie da questo punto di vista.

Per questi motivi, sarebbe bene che lo sbiancamento avvenisse sotto stretta supervisione professionale. Il dentista propone il prodotto più equilibrato, sorveglia la sensibilità del paziente eventualmente proponendo dei trattamenti desensibilizzanti, e decide la giusta durata del trattamento.

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