IMPLANTOLOGIA
GENERALITA’
L'implantologia orale, è quella branca dell'odontoiatria che si occupa di sostituire i denti mancanti con altrettante radici sintetiche in titanio, le quali ancorate nell'osso possono sostenere denti singoli, gruppi di denti o possono anche fungere da supporto per una protesi completa (la cosiddetta dentiera).
Occorre ricordare che l'utilizzo della soluzione implantare permette di conservare integri i denti naturali vicini allo spazio da colmare in quanto la costruzione di denti basati su impianti non coinvolge i denti naturali né con preparazioni che ne compromettano l'integrità né usandoli come appoggi per ganci o attacchi che molto spesso ne riducono la stabilità.
Gli impianti possono essere posizionati in qualunque momento: sia subito dopo l'estrazione che a distanza di anni, a patto che lo spessore residuo dell'osso sia sufficiente a garantirne la stabilità. Esistono comunque tecniche chirurgiche avanzate che consentono l'uso degli impianti in quasi tutte le condizioni ossee.
L’IMPIANTO IN TITANIO
Il titanio è un metallo caratterizzato da un'alta tollerabilità, tanto che è comunemente usato nella produzione delle protesi ortopediche.
I pilastri in titanio sono oggi dei manufatti filettati come una normale vite, per lo più cilindrici o conici, di varia lunghezza e diametro per potersi adattare alle diverse configurazioni del segmento d'osso disponibile al loro inserimento.
La loro superficie è trattata in modo da esaltare la possibilità di osteointegrazione (l'attechimento nell'osso). Gli impianti dentali devono essere prodotti e confezionati a norma di legge europea e vengono pertanto accompagnati da un certificato che può essere visionato e conservato dal paziente a sua garanzia.
Il rigetto in implantologia dentale NON ESISTE, non essendoci alcuna possibilità di reazione immunologica sfavorevole come succede nei trapianti eterologhi (da donatori). Le complicanze riguardano il 4% dei casi, nei quali non avviene l'osteointegrazione e l'impianto viene espulso, spesso accompagnato da una infezione batterica locale (come può accadere anche ai denti naturali).
CONTROINDICAZIONI
E' necessario chiarire i principali motivi per cui un intervento implantare può fallire o addirittura è controindicato.
a) Non devono sottoporsi a implantologia dentale pazienti che non siano stati educati con successo ad un elevato tenore di igiene orale domiciliare, o che non acconsentano ad un controllo professionale cadenzato della loro igiene. Questo perché la resistenza all'infezione causata dalla placca batterica di un'unità impianto - dente è molto minore che per un dente naturale essendo diverso il loro apparato di sostegno.
La radice di un dente naturale è infatti connessa con l'osso con il legamento parodontale, assente invece lungo il cilindro di titanio che per l'appunto si osteointegra cioè si raccorda direttamente all'osso con un processo di anchilosi.
L'osso di sostegno dentale e implantare è particolarmente vulnerabile alle infezioni ma, nel caso degli impianti, viene difeso solo dal manicotto gengivale che circonda il colletto. Sempre per lo stesso motivo la placca batterica, una volta passata la porta gengivale si propaga rapidamente lungo l'impianto diffondendo l'infezione all'osso più profondo.
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b) Non devono sottoporsi ad implantologia pazienti affetti da malattie sistemiche, diabete non compensabile con terapia appropriata, disturbi della coagulazione o sottoposti a radioterapia.
L'osteoporosi generalizzata non è una controindicazione assoluta perché in realtà la mandibola è per lo più risparmiata da questa patologia. In questi casi l'insuccesso è prevedibile a priori e quindi piuttosto si dovrebbe parlare di impossibilità di successo già a livello diagnostico per evitare un sicuro insuccesso operativo.
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c) L'utilizzo di alcuni farmaci usati nella terapia dell'osteoporosi (Bifosfonati) ma anche, a dosi più alte, come coadiuvanti contro le metastasi in oncologia, è una controindicazione all'implantologia. Tali farmaci rallentano il metabolismo osseo a tal punto che rendono difficoltosa l'osteointegrazione ed inoltre espongono maggiormente al rischio di necrosi infettiva. Gli impianti si potranno comunque applicare dopo opportuno periodo di sospensione.
PREPARAZIONE DEL PAZIENTE
L'esame modernamente più indicato per fare una valutazione pre-implantare è la Tomografia Computerizzata a Raggio Conico (TC - Cone Beam). Per il giorno dell'intervento si consiglia di restare a riposo senza sottoporsi a sforzi fisici, e si darà inizio ad una terapia antibiotica di copertura a partire dal giorno stesso.
Sarà buona norma avvertire l'odontoiatra se si assumono abitualmente farmaci, come ad esempio anticoagulanti (cardioaspirina, Coumadin, etc) in modo che la terapia possa essere aggiustata, se necessario, nei giorni immediatamente precedenti l'intervento.
Nella prima settimana dopo l'impianto è preferibile non fumare e non bere alcolici, non masticare sulla ferita e pulire regolarmente con lo spazzolino gli altri denti evitando di traumatizzare la zona operata. Continuare così anche nelle settimane successive, curando di avvertire tempestivamente l'odontoiatra nel caso si noti una qualsiasi alterazione nella zona, o si percepisca dolore o pulsazione.
L’INTERVENTO CHIRURGICO
L'intervento chirurgico viene effettuato ambulatorialmente in anestesia locale ed è del tutto indolore. A seconda delle situazioni e del modello di impianto l'intervento chirurgico vero e proprio può essere effettuato in un solo tempo (lasciando alla fine dell'inserimento endosseo dell'impianto una piccola porzione dello stesso, che poi servirà da connessione al dente, al di fuori della gengiva) o in due tempi, essendo il secondo tempo molto più semplice e breve del primo (una piccola incisione gengivale utilizzata per esporre nel cavo orale la parte più esterna dell'impianto al fine di connetterla ad un dente di porcellana, resina composita o ceramica).
Dopo l'intervento chirurgico occorre aspettare un tempo variabile e comunque non superiore a quattro mesi per poter procedere alla protesizzazione ovvero al carico implantare con un dente artificiale.
La connessione può avvenire in varie modalità, a seconda del tipo d'impianto, delle necessità del paziente e delle abitudini del protesista e consiste per lo più in avvitamento o cementazione.
Le tecniche implantari moderne includono il cosiddetto carico immediato; si tratta di una metodica con la quale il paziente riceve un dente provvisorio immediatamente nella stessa seduta nella quale viene inserito l'impianto. Sebbene molto accattivante come confort per il paziente, tale tecnica comporta comunque diverse criticità, essendo che durante il primo mese di integrazione, l'impianto in realtà subisce un rimodellamento osseo che ne riduce la stabilità primaria (che viene recuperata nei tre mesi successivi). Pertanto, caricare in masticazione il dente sin dal suo inserimento va fatto con estrema cautela.
MANTENIMENTO E DURATA
Dopo la protesizzazione sarà necessario pulire regolarmente i denti con spazzolino e dentifricio dopo ogni pasto, e almeno una volta al giorno usare il filo interdentale per evitare l'accumulo di placca sugli elementi di ponte e sui colletti degli impianti, sciacquando poi la bocca con collutorio.
Il rispetto di queste semplici norme è garanzia per mantenere in buona salute le gengive e quindi gli impianti per lungo tempo. La durata del lavoro dipenderà dall'applicazione e dall'impegno quotidiano nell'igiene orale.
Gli impianti hanno una durata molto lunga (gli studi effettuati fino ad oggi arrivano a 25 anni ma le prospettive sono anche maggiori) se viene effettuata una quotidiana manutenzione: il rischio più grosso che corrono gli impianti è dato da:
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peri-implantite: un'infiammazione ed infezione delle strutture attorno all'impianto, con conseguente perdita dell'osteointegrazione
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scorretto carico degli impianti stessi, con corone o protesi non corrette, che possono creare un riassorbimento osseo nel tempo, con perdita dell'osso sino alle spire più profonde dell'impianto e quindi con possibilità di perdita dello stesso.
Per scongiurare questi possibili insuccessi implantari è necessaria quindi una buona protesi, fissa o mobile, ben bilanciata dal punto di vista dell'occlusione (corretto equilibrio della masticazione), avere una buona igiene orale quotidiana ed effettuate visite di controllo periodiche. Va anche detto che il fumo può compromettere sia l'osteointegrazione che la durata degli impianti.